Palazzo Casavola / Ancona

Palazzo Casavola, oggi proprietà della famiglia Ancona, fu costruito in pieno Settecento e presenta il portale di ingresso spostato sulla destra del prospetto. La facciata è divisa orizzontalmente dalla cornice marcapiano che separa il piano inferiore da quello nobile, evidenziato da ampie finestre, e un ulteriore cornicione superiore delimita il terzo piano, più basso, destinato ad ospitare i locali di servizio.

Sul prospetto campeggiano sul lato sinistro due finestre con una modanatura molto ricercata che si congiungono, tramite un pannello in pietra lavorata, con l’architrave delle porte del piano terra. Al contrario sul lato di destra è presente una sola finestra. Il portale è contenuto in mezzo a due paraste lisce che percorrono per lungo la facciata, definendone la campata, mentre un’altra parasta, questa volta spigolosa, circonda la specchiatura del portone.

Sull’arco ribassato è collocato lo stemma lapideo della famiglia Casavola, raffigurante una torretta con tre volativi, sormontata da corona. Si tratta di una trasposizione simbolica della torretta, che indica la “casa” circondata da tre uccelli nell’atto del “volo”. Sul portale si colloca una finestra sopraelevata su una cornice mistilinea che segue l’andamento del fregio del portale di ingresso. Il modulo del portale di ingresso con finestra superiore è originale e si differenzia dal consueto schema portale-balcone che si trova sulla maggior parte delle facciate dei palazzi martinesi; prova evidente della grande capacita innovativa delle maestranze locali.

All’interno del palazzo si apre uno splendido giardino, il più grande presente nel centro storico di Martina Franca, solcato da un peripato con eleganti colonnine che lo attraversano per lungo. In fondo al giardino, sulla sinistra, si colloca una fontana circolare con vasca in pietra e sormontata centralmente da una scultura in creta raffigurante un fanciullino con le braccia alzate che un tempo reggeva una botticella, ora andata distrutta, così come la tartaruga sulla quale era adagiato. L’opera fu realizzata nella II metà del XX secolo dallo scultore martinese Salvatore Basile.

Il giardino è proprietà comune fra il Palazzo Ancona e il Palazzo Simeone (via Paolo Chiara, 6). Adiacente alla facciata destra del palazzo, al numero civico 17, si colloca una deliziosa finestra del Cinquecento con la seguente scritta: NO MIHI DE PICCOLIS IACOBO / SED DEO HONOR ET GLORIA 1568, (Non a me De Piccolis Giabobbe / ma a Dio onore e gloria. 1568). Si tratta di una scritta molto simile a quella di palazzo Marino-Motolese (via Arco Casavola, 33) e che dimostra come nel centro storico di Martina Franca oltre al barocco signorile si riscontrino anche elementi dell’architettura rinascimentale e della devozione popolare in un perfetto connubio eclettico.

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