Confraternita della Natività e dei Dolori di Maria Santissima

L’antica chiesetta della Santissima Trinità, di origine medievale, era detta anche la chiesa dell’Ospedale perché adiacente al nosocomio cittadino. La chiesetta dal 1629 è anche sede della Confraternita della Natività e dei Dolori di Maria Santissima, nata nel 1621 per volere del padre gesuita Gabriele Mastrilli, artefice d’altronde della nascita della Confraternita dei Nobili. Questa nuova funzione modificò radicalmente la struttura originaria. Innanzitutto i confratelli a proprie spese, in pochissimo tempo, edificarono un piano superiore, destinato ad accogliere l’oratorio. Questo comportò logicamente anche la ristrutturazione della facciata che oggi si presenta scandita in due porzioni da una cornice fatta con pietre squadrate a vista. In basso si aprono due portali: il primo, quello della chiesetta, a sinistra, è molto lineare e si conclude superiormente con una finestra ovale, serrata fra due semplici fiaccole; mentre il secondo portale, a destra, rappresenta l’ingresso dell’Ospedale, e ha le fattezze tipiche del barocco: un lungo cartiglio sulla trabeazione, un timpano ondulato con al centro un medaglione accartocciato.

L’interno dell’antica chiesetta presenta una semplice aula rettangolare. Sull’altare maggiore a muro, in stile barocco realizzato in pietra verniciata, è posizionata la tela della Santissima Trinità, datata e firmata d Nicola Gliri, pittore di Bitonto, nel 1682. La tela è significativa da un punto di vista storico in quanto nella parte inferiore raffigura una veduta presunta di Martina Franca nel Seicento quando ancora disponeva della cinta muraria. Sempre in basso sulla sinistra è riprodotta l’immagine del presunto committente con le mani giunte. Sulla parete di sinistra, a metà dell’aula, si colloca una tela del XVIII secolo raffigurante la Madonna Nuova, mentre sulla parete di destra, posizionata su un altare barocco in pietra, si trova la tela di Cristo e San Giovanni di Dio, francescano fondatore dell’ordine dei Frati Ospedalieri. La tela in basso a sinistra riporta la seguente firma: BRUNUS 1748; presumibilmente si tratta Giuseppe Bruno, pittore locale della prima metà del XVIII secolo. Affianco si trova l’altare in legno del 1914 ospitante il gruppo scultoreo di Sant’Anna, San Gioacchino e la Vergine.
Attraverso una scaletta, collocata sulla destra dell’altare, è possibile raggiungere l’oratorio della Confraternita al piano superiore, qui si conserva quella che da molti critici e storici dell’arte è considerata il capolavoro della pittura martinese: la Natività di Maria. L’opera è firmata da Leonardo Antonio Olivieri ed è datata nel 1730. Leonardo Antonio Olivieri era un pittore talentuoso originario di Martina Franca che fu avviato alla formazione pittorica dal cardinale Innico Caracciolo presso la scuola napoletana del Solimena. L’artista riproduce in un ambiente intimistico la nascita della Madonna ricorrendo ad una graduale stesura cromatica ricca di tonalità iridescenti perfettamente accostate. Lo storico dell’arte Cesare Brandi in uno scritto degli anni ’60, dedicato a Martina Franca, definisce la tela “quanto di meglio, in fatto di pittura, esista a Martina.”.
La Confraternita è molto attiva, infatti, da decenni organizza durante la notte del Giovedì Santo la suggestiva processione serale dell’Addolorata che tuttora coinvolge molti fedeli. La scultura lignea dell’Addolorata portata in processione risale al XIX secolo ed è conservata tutto l’anno all’interno di una nicchia presso l’oratorio, affianco al dipinto dell’Olivieri.
L’abito confraternale è fatto da un sacco bianco e da una mozzetta azzurra. Le festività solenni della confraternita sono legate all’8 settembre, giorno della Natività della Vergine e al 15 settembre in cui si festeggia la Vergine Addolorata.

Translate »