Palazzo Fighera / Carucci

Palazzo Carucci, divenuto Palazzo Fighera in un secondo momento, fu costruito in pieno Settecento.

E’ costituito da due complessi che seguono l’andamento curvo di via Mazzini. Oggi questo complesso è frazionato fra diversi proprietari e si differenzia principalmente per i due portali principali di ingresso: il primo al numero 33 e il secondo al numero 36. Il palazzotto che si sviluppa in concomitanza del numero civico 33 presenta un portale scandito da paraste che reggono un arco formato da due volute con al centro lo stemma della famiglia Carucci (un carro con una figura zoomorfa). La parte superiore presenta dei balconcini son timpani e mensole in stile barocco. In alto le punte dei tetti a pignon (termine dialettale per indicare i tetti aguzzi rivestiti da mattoncini calcarei) sono in parte nascoste da una balaustra che alterna alla muratura delle colonnine sagomate. Il portale in coincidenza del numero civico 36 si caratterizza per un’immensa arcata adornata da un mascherone apotropaico collocato sulla chiave di volta.

La Galleria interna del palazzo è decorata da tempere attribuite a Domenico Carella e datate nel 1777. Sono raffigurati la Morte di Cleopatra,il Giudizio di Paride, il Trionfo di Bacco e Arianna, il Trionfo di Cibele e infine Diana ed Endimione. Palazzo Fighera fu l’abitazione di un personaggio fortemente carismatico della Martina ottocentesca: Alessandro Fighera. Egli fu sindaco dal 1870 fino al 1876 e traghettò Martina Franca nei primi anni del dopo Unità d’Italia, passando dal conservatorismo dei Borboni alla modernizzazione della comunità tramite la costruzione di grandi opere pubbliche. Quel periodo coincise con l’abbattimento delle mura difensive e con il primo importante passo di espansione urbanistica che vedrà il sorgere di nuovi quartieri e spazi di pubblica utilità. Gli esempi più importanti sono: la nascita di nuovi quartieri residenziali fuori dalle mura, come il Borgo di Sant’Antonio e il Borgo del Carmine, la costruzione di villa Garibaldi, di Piazza XX Settembre (volgarmente detta Sopra lo Stradone perché adiacente alla strada consolare Taranto – Monopoli), del mattatoio, del cimitero e la sistemazione di molti uffici pubblici all’interno di siti storici.

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