Torre della seta

Lungo l’extramurale del centro storico di Martina Franca è possibile scoprire ancora intatte alcune torri rotonde dell’antica cinta muraria, fatta costruire nel XIV dagli angioini, e in parte trasformate e rifatte fra il XV e il XVI secolo. Di fronte alla chiesa del Carmine, in via Pergolesi, si colloca la Torre della Seta, alta 10 metri e 5 metri e mezzo di diametro. Conserva ancora integro il suo aspetto originario, anche se è stata più volte restaurata. Si caratterizza per il muro inferiore a scarpa, cioè spiovente, la cornice rotondeggiante del toro che segue il perimetro circolare e il fusto cilindrico che ne determina lo sviluppo verticale. La denominazione Seta nasce dal dialetto martinese a sète, che in italiano significa melograno, derivato a sua volta dal greco σíδη. Il nome della torre si giustifica perché, un tempo, in prossimità di questa struttura, vi erano degli alberi di melograno che hanno finito per battezzare la stessa torre.

La Torre della Seta dopo l’Unità d’Italia perse la funzione di struttura difensiva per divenire abitazione civile, infatti, questo giustifica la presenza di usci e ballatoi sul suo prospetto.
A questa torre è legato l’aneddoto di un abilissimo cacciatore martinese che durante il leggendario assedio dei Cappelletti, nel 1529, nascosto al suo interno, riuscì ad uccidere un soldato nemico, che rifugiatosi nella chiesetta cinquecentesca (chiesetta che esisteva prima della costruzione dell’attuale chiesa barocca del Carmine), sparava indisturbato sui martinesi.

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