Palazzo Martucci

Varcato l’Arco della Porta di Santo Stefano, ci si trova in Piazza Roma che oggi rappresenta un condensato di stili architettonici eterogenei di ben quattro secoli. Si passa dalla facciata maestosa di Palazzo Ducale, in stile tardo-manieristico, all’elegante prospetto barocco di Palazzo Martucci accostato alla facciata colorata, in stile liberty, di Palazzo Miali e concludere al centro con la Fontana dei Delfini, realizzata all’inizio del Novecento dallo scultore martinese, Francesco Corrente, detto Marcomagno. Si tratta di ibrido architettonico eterogeneo ma allo stesso tempo perfettamente armonizzato in cui gli elementi dell’architettura signorile convergono con le caratteristiche funzionali di uno spazio pubblico alquanto originale.

Esempio prestigioso dell’architettura signorile settecentesca è Palazzo Martucci, sul lato sinistro della piazza, delineato da un prospetto modulato in maniera equilibrata e perfettamente definito da alcuni elementi lapidei; come le paraste e i marcapiani che danno maggior risalto alle larghe campiture in latte di calce.

La facciata è traforata in maniera simmetrica dalle finestre nell’ordine superiore e dai portali con finestre mistilinee nell’ordine inferiore. Questi elementi architettonici, perfettamente definiti da eleganti cornici modanate, sono uniti da un pannello in pietra con volute che mirano a creare un continum fra la decorazione dei due ordini. Il portale principale è spostato sull’estrema destra, segno evidente che il palazzo è nato dalla trasformazione di una casa a corte in una casa a palazzo; infatti, se si osservano attentamente le campiture hanno dimensioni diverse, essendosi adeguate ad aperture già esistenti.

L’ingresso principale propone lo schema consueto del barocco martinese, ossia, il portale principale in asse con il balcone. Per giunta lo sviluppo longitudinale del modulo portale-balcone è maggiormente accentuato dalla collocazione all’altezza del terrazzo di una cimasa mistilinea forata e decorata da piccoli fiaccoloni.

Questa vela era destinata ad ospitare un orologio che non fu mai messo, perché il duca non avendolo previsto sul suo palazzo non poteva di certo accettarne uno posizionato su quello di fronte al suo. Sul parapetto si alterna il motivo decorativo delle fiaccole in pietra con quello delle craste (forma di vaso). Gli stessi fiaccoloni delimitano il profilo superiore della torretta del belvedere sul terrazzo.

Il palazzo del corso dei secoli ha subito diversi ampliamenti e frazionamenti, infatti, attualmente metà palazzo appartiene alla famiglia De Bernardis che nel 2010 ha provveduto ai lavori di restauro, come chiaramente si evince da una targa collocata sulla destra del portale di ingresso. Invece, sulla sinistra si colloca un’altra targa che riporta l’antica collocazione geografica e politica di Martina, quando rientrava del territorio della Terra d’Otranto. Testimonianza di un ulteriore frazionamento del palazzo si registra alle spalle di Palazzo Martucci, in via Ferrucci, 14, dove esiste l’ingresso di Palazzo Nardelli-Serra, databile nel XVIII secolo. E’ caratterizzato da un portale in bugnato sormontato da una profonda loggia delimitata da colonnine e pilastrini in pietra.

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