Chiesa dell’Annunziata sede dell’Arciconfraternita del Carmine

L’Arciconfraternita del Carmine dalla seconda metà del Novecento occupa la piccola Chiesa dell’Annunziata. Le origini della chiesetta risalgono al XVI secolo e la struttura architettonica, molto lineare, mostra similitudini con altre chiesette fondate a Martina in quei secoli. Ha una pianta rettangolare e presenta sul lato corto una piccola finestra con un campanile a vela ad un solo fornice. L’ingresso attuale è collocato sul lato più lungo e non presenta nessuna decorazione, fatto salvo un medaglione con l’effigie della Madonna del Monte Carmelo e con la seguente scritta: ARCICONFRATERNITA MARIA SANTISSIMA DEL MONTE CARMELO. All’interno è allestito dal 1995 il Museo dell’Arciconfraternita del Carmine che conserva gli abiti storici dei confratelli e delle consorelle, i pesi e cilici per i riti penitenziali, le parrucche per la Madonna realizzate con capelli veri e un plastico che riproduce in ogni singolo dettaglio la processione di luglio che si snoda per le vie della città, in occasione dei festeggiamenti solenni. In fondo a destra, all’interno di una cornice in pietra con decori di stile cinquecentesco si colloca una splendida tela settecentesca della Madonna delle Rose circondata in basso dalle anime del Purgatorio e ai lati da angeli di cui due reggono la collana del Rosario.

L’Arciconfraternita del Carmine nacque trecento anni fa, e precisamente nel 1713, quando un gruppo di terziari si univa in preghiera con i carmelitani della chiesa del Carmine sotto la guida del padre spirituale Paolo Del Giudice. All’inizio il sodalizio si riuniva nei locali del chiostro del convento la cui costruzione era stata già avviata nel 1614. Crearono un vero e proprio oratorio con banchi, sedili a spalliera e con una cattedra. Inoltre nel 1720 commissionarono al talentuoso pittore martinese, Leonardo Antonio Olivieri, la tela della Madonna del Carmelo con San Simon Stock e confratelli, oggi conservata all’interno della sacrestia della chiesa del Carmine. Gli aderenti alla confraternita aumentarono di anno in anno accogliendo diversi gruppi sociali, come gli artieri della polvere bianca (muratori), i carrettieri, e centrati (produttori di chiodi per scarpe), falegnami, macellai, braccianti agricoli ma anche professionisti ed esponenti di elevato rango come alcuni esponenti della casata dei Caracciolo di Martina: fra cui Fra Giambattista Caracciolo e Don Tommaso Caracciolo, canonico della Collegiata.
La confraternita all’inizio redige il proprio statuto sul modello di quello dell’Arciconfraternita del Carmelo di Taranto e nel 1719 ottiene l’approvazione dall’arcivescovo di Taranto che oltretutto aggrega il sodalizio all’Arciconfraternita omonima di Roma; da allora la confraternita inizierà a fregiarsi del titolo di Arciconfraternita, titolo ambito che verrà riconosciuto anche alla Confraternita degli Artieri Cavalieri dell’Immacolata. La sua posizione fu ufficialmente riconosciuta il 27 giugno del 1761, quando lo statuto della confraternita ottenne il Regio Assenso da parte di Ferdinando IV di Borbone, confermando di conseguenza l’importanza storica, sociale e religiosa all’interno della comunità martinese.
L’arrivo dei Liguorini nel XIX creò diversi momenti di contrasto con l’Arciconfraternita al punto tale che il sodalizio fu costretto ad abbandonare il convento e trasferirsi altrove. Dopo aver girovagato per diversi anni fra il convento dei Paolotti, la Congrega del Santissimo Rosario (Chiesa di san Domenico) e quella di Santa Pace i confratelli, dietro un’ordinanza ministeriale del 1866, finalmente i confratelli riescono a ritornare al convento dei carmelitani. Fra il 1894 e il 1895 l’Arciconfraternita si impegna a sistemare il nuovo oratorio in un locale adiacente la sacrestia della chiesa del Carmine, affidandosi all’architetto Carmelo Semeraro per il rivestimento ligneo dell’aula e al pittore Luigi Piccardi per l’intervento decorativo. All’interno dell’oratorio si conservano sette dipinti ad olio del seconda metà del Settecento raffiguranti le Storie di Maria.
La divisa che contraddistingue la confraternita prevede un camice bianco stretto sui fianchi da un cordolo, la mozzetta color avana e lo scapolare. Solo gli amministratori della congrega hanno la divisa ricamata in oro con il bastone di argento. La confraternita è impegnata per i festeggiamenti solenni in onore della Madonna del Monte Carmelo nella settima del 16 luglio.

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