La confraternita dell’Assunta

Secondo uno storico anonimo della Martina del Settecento la confraternita fu istituita nel 1628 per volere del padre gesuita Gabriele Mastrilli. All’inizio la confraternita fu intitolata alla Beata Vergine Assunta e si concesse ai confratelli di elevare l’oratorio sopra la chiesa di san Giovanni dei Greci, questo avvenne nel 1636. Nel 1777 il sodalizio dedicato alla Vergine ottenne il regio assenso da parte di Ferdinando IV di Borbone, diventando così l’ottava confraternita ufficiale del paese.
Nella seconda metà del XVIII secolo la confraternita entrò profondamente in crisi a causa della diminuzione delle adesioni e quindi anche del calo del prestigio economico. Infatti era la confraternita che accoglieva soprattutto gente povera e villana. Rimase addirittura chiusa per alcuni anni all’inizio dell’Ottocento. Solo nel 1820 grazie all’impegno del priore Donato Antonio Filomena la confraternita riuscì pian piano a riacquistare il suo antico splendore. Fu in questo periodo che la confraternita definì la divisa ufficiale, la cosiddetta celestina, per via del colore tenue che caratterizza tuttora la mozzetta. Nel 1888 furono poste le dodici stellette d’argento attorno all’effigie dell’Assunta e i confratelli adottarono anche dei manicotti rossi, gambali in panno rustico per proteggersi del freddo. Dettaglio che in seguito verrà eliminato sostituendolo con uno speciale scapolare a sfondo celeste.
La festa solenne della confraternita si svolge ad agosto e in questa occasione per le vie del paese sfila la statua lignea dell’Assunta. Fino al 1819 la confraternita chiedeva in prestito la statua raffigurante la stessa effigie che oggi si venera nella chiesa dei cappuccini e attribuita a Nicola Fumo. Poi in seguito ad un rifiuto da parte dei cappuccini di usare la loro statua i confratelli ne commissionarono una identica a Leonardo Greco di Ostuni, figlio dello scultore della guglia di sant’Oronzo.
Si racconta che la statua era stata completata nel laboratorio di Ostuni ed essendo molto pesante la notte del 9 agosto del 1821 ben sedici confratelli partirono a piedi da Martina per poi trasportarla il giorno dopo nella cittadina della Valle d’Itria a spalle, incuranti del caldo torrido.

 
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