Riserva Naturale Regionale Orientata “Bosco delle Pianelle”

L’ambito territoriale della Riserva Naturale Regionale Orientata “Bosco delle Pianelle”, totalmente ricadente nell’ambito territoriale di competenza del Comune di Martina Franca, sul versante tarantino delle Murge sud-orientali, non comprende tutte le aree che compongono il biotopo Bosco delle Pianelle.

L’area della Riserva si estende complessivamente per circa 1139 ettari di cui 589 ettari di proprietà del Comune di Martina Franca (Bosco delle Pianelle) e 550 ettari di proprietà privata (parte della Gravina del Vuolo, Piazza dei Lupi, zone delle masserie Pianelle e Piovacqua) e possiede un perimetro lungo Km 29.

La Riserva è contigua al Parco Naturale Regionale “Terra delle Gravine” con cui è in assoluta continuità geomorfologica ed ecologica e si sviluppa lungo la gravina delle Pianelle e del Vuolo, solchi carsici originatisi per azione di fiumi fossili.
E’ situata nella parte più estrema (sud-ovest) del territorio di Martina Franca e precisamente nella parte a confine con il comune di Crispiano, con alcune proprietà pubbliche del Comune di Massafra e dell’ex-Azienda di Stato per le Foreste Demaniali (Corno della Strega e Masseria Signorella).

La porzione di proprietà pubblica della Riserva è situata nella parte centrale dell’area protetta e attraversata dalla Strada provinciale n. 581.
L’altimetria dell’area inclusa nella Riserva è compresa tra i 343 e i 486 metri s.l.m. e le colline più alte sono quelle di Monte Pianelle (m. 478), Corno della Strega (m. 448), Belvedere del Vuolo (m. 429) e Piazza dei Lupi (m. 414); il punto più alto di tutta la zona considerata è situato nel punto ove insiste la Masseria Mongelli.
Il Monte Pianelle domina gran parte del golfo di Taranto ed è sede di un impianto militare dell’Aeronautica Militare.

Nel 1966 la gravina delle Pianelle fu interessata dalla costruzione di una strada asfaltata che rivestì l’antica mulattiera che si snodava sul suo fondo. Questa infrastruttura viaria rese possibile l’accesso al bosco da parte di autoveicoli motorizzati che arrecarono un certo impatto alla presenza faunistica, sia attraverso l’inquinamento sonoro che con la pressione venatoria, facilitata dalla accessibilità veicolare al bosco.
Integra, invece, rimane la Gravina del Vuolo, divisa amministrativamente tra i comuni di Martina Franca e di Massafra, il cui paesaggio ancor oggi è caratterizzato da un aspetto molto più aperto per l’assenza dei lecci ad alto fusto tipici del Bosco Pianelle e la presenza di cedui degradati di fragno e di roverella.

Il Bosco Pianelle costituisce una singolarità per la storia di Martina e della stessa Puglia,essendo stato sempre demanio comunale e dunque gravante di uso civico da parte della comunità martinese, nonostante aspre contese con le comunità di Massafra e di Taranto.
La possibilità di poter ridurre a coltura parte di aree incolte per seminare, di pascolare i propri capi di bestiame, di tagliare la legna, di fare “carbonaie” o “calcare” per la produzione di carboni o di calce, di raccogliere ghiande, frutti e vegetali spontanei del bosco, costituiva per molti la principale attività economica e per la maggior parte della popolazione un essenziale complemento economico.

Il bosco delle Pianelle è indissolubilmente legato alla storia di Martina Franca, la cui nascita, intesa come comunità organizzata, risale al 15 gennaio 1317.
Filippo I d’Angiò, figlio del Re di Napoli Carlo II, fu indotto a favorire l’insediamento in tale area, sino ad allora mai colonizzata, al fine di rafforzare i suoi possedimenti feudali nella zona.
Già in precedenza, il 12 agosto 1310, era stato emanato una particolare disposizione (“privilegio”) con la quale il casale veniva dichiarato demanio regio in perpetuo, mai cedibile a feudatari.
Con un altro “privilegio” dello stesso anno, venne assicurato agli abitanti di Martina il diritto di legnare (cogliere legna), pascere ed acquare (far mangiare e bere) i propri animali nei territori di Ostuni, di Mottola e di Massafra, senza pagamento di alcuna tassa. La concessione di questi “privilegi” richiamò molta gente dai paesi vicini.
Nel 1317, però, il principe concesse ai martinesi il territorio compreso nel raggio circolare di due miglia a partire dalle mura della città: la facoltà di appropriazione di parte di questo territorio valeva per tutti gli abitanti, in quanto membri di quella comunità, e comportava la definizione di pieno e libero possesso.
Il 15 aprile 1359, il nuovo principe di Taranto Roberto d’Angiò assegnò ai martinesi e al loro feudatario, Pietro del Tocco, un vastissimo territorio compreso fra il Canale delle Pile e l’Orimini, fra il Monte del Forno e Chiobbica, da destinare ad uso civico. Nel corso dei secoli il demanio civico subì numerose riduzioni a favore dei privati ed oggi il bosco delle Pianelle è l’unica parte di territorio che per certo resta demanio comunale di Martina Franca.

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